Clubhouse: un social che si farà sentire (anche nel digital marketing) - A lab

Clubhouse: un social che si farà sentire (anche nel digital marketing)

In un mondo dove il contatto umano è sempre più difficile e quasi considerato rischioso a causa della pandemia, il web e il mondo digitale stanno aumentando sempre più il loro raggio d’azione per poter connettere le persone nel modo più realistico e “live” possibile. Zoom e Google Meet sono stati i mezzi che in quest’ultimo anno ci hanno permesso di lavorare, confrontarci e studiare ma la Sylcon Valley ha appena partorito il suo ultimo figlio, perfettamente integrato in questo trend, che ci permette semplicemente parlare con gli altri, ascoltare la loro voce e il loro pensiero. Stiamo parlando del social del momento (e forse del futuro), in una parola: Clubhouse.

Come funziona Clubhouse e cosa lo rende così speciale?

Clubhouse è completamente diverso rispetto a tutti gli altri social. Facebook, Instagram, Twitter o Tik Tok sono legati prevalentemente a contenuti visivi (immagini, video) e testuali, mentre Clubhouse è basato esclusivamente sulla voce. Si tratta infatti, come viene descritto sul sito ufficiale, di “un nuovo prodotto social basato sulla voce che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo”.

Clubhouse è strutturato in una serie di Rooms, delle stanza di una grande casa (un Club appunto) dove si parla di diversi argomenti, dal marketing allo sport ai viaggi su marte. Si entra in una stanza come spettatore (senza la possibilità di parlare), se poi si ha qualcosa da dire basta tappare sull’icona a forma di mano per far capire al moderatore della stanza che si vuole prendere la parola. A questo punto si diventa Speaker ossia un membro con la possibilità di parlare e dire la propria. Semplice, no?

Infatti la caratteristica principale di Clubhouse è sicuramente quella di semplificare al massimo la fruizione rispetto a tutti gli altri social con solo una foto profilo, una bio (opzionale) e nient’altro. Non c’è nulla da postare, editare, commentare o condividere se non il proprio pensiero e le proprie idee, solo con l’uso della voce. Ma non è solo questo. Clubhouse è un social diverso anche per modalità di consumo. Si tratta infatti di un tipo di uso che prevede di investire del tempo, con la possibilità di ascoltare un discorso anche per ore e intervenire quando vogliamo. Un po’ come se fosse un programma radio con cui però possiamo anche interagire!

Ad oggi però Clubhouse è accessibile solo agli utenti iOS ossia con un iPhone o un iPad. E inoltre, è possibile accedervi solo tramite invito di chi è già in possesso di un account attivo. Si tratta infatti di una specie di piattaforma “di prova” e ancora non destinata a tutti. Ma tranquilli, gli sviluppatori (data anche l’ascesa del social) stanno già lavorando per renderlo disponibile a tutti, anche su Android.

Clubhouse: il social network con più hype (grazie a Elon Musk)

Clubhouse è già attivo negli USA da circa un anno ma è da poco che ha avuto un vero e proprio boom mondiale anche in Europa. Tutto è cominciato domenica 31 gennaio, quando il fondatore di Tesla, Elon Musk, è sbarcato sul nuovo social ospite della stanza organizzata dal venture capitalist Marc Andreessen. L’entrata di Musk ha portato, in pochi minuti, migliaia e migliaia di persone su Clubhouse, facendo nascere centinaia di rooms solo per ascoltare ciò che stava dicendo il visionario imprenditore. Cosa è successo? Questo afflusso di utenti così imponente e improvviso ha mandato in “crash” i server del social poco dopo. La notizia ha fatto il giro del mondo e il giorno successivo anche in Italia si è registrato un aumento dei nuovi utenti su Clubhouse che in pochi giorni è passato da 3 a 5 milioni di download.

Ma questa che può in realtà sembrare una “botta di fortuna” per Clubhouse fa forse parte di una strategia del social che ha già invitato in passato diversi personaggi famosi del mondo USA, come Drake o Oprah Winfrey, ad unirsi alle sue rooms per far parlare di sé. Last but not least, c’è stato pochi giorni fa su Clubhouse anche un “cameo” di Mark Zuckerberg, apparso per pochi minuti in una room… giusto il tempo di  mandare in crash (di nuovo) i server del social.

Breve storia divertente per capire l’hype che Clubhouse sta creando nel mondo: ad oggi 1 milione di persone hanno provato a scaricare Clubhouse anche su Android ma, dato che l’app non è ancora presente su Play Store, sono finiti per scaricare un’applicazione omonima dedicata alla gestione di progetti aziendali collaborativi!

Chi ha inventato Clubhouse e quanto vale oggi?

Clubhouse, valutata 100 milioni di dollari già quando aveva soltanto 1.500 utenti, ad oggi ha raggiunto una valutazione di circa 1 miliardo di dollari. Non male per la start-up fondata appena ad aprile 2020 da Paul Davison e Rohan Seth, due figure che da anni ruotano nel mondo dei social e delle app. Il primo aveva già dato vita a Spotlight, un’app che serviva a condividere la posizione il secondo, invece, ha lavorato per 10 anni in Google soprattutto sul progetto Maps. Ad oggi Clubhouse, a seguito anche del boom avuto durante l’inizio di questo 2021, è alla ricerca di personale tra cui ingegneri per i sistemi operativi Android e iOS, analisti di sicurezza e supervisori del programma operativo. Se qualcuno volesse candidarsi…

Come i brand potranno utilizzare questo social in ottica di digital marketing? Burger King ha già cominciato

La domanda sorge spontanea: come potrà Clubhouse andare incontro alle esigenze dei brand nell’ottica del digital marketing? Burger King ha già fatto da pioniere in tal senso. Il colosso multinazionale della ristorazione ha infatti creato una room chiamata “Open Kitchen” che, sfruttando proprio le potenzialità comunicative della piattaforma, permette ai consumatori di avere una “linea diretta” con i vertici e addirittura parlare con il CEO Cil Machado. Questa di Open Kitchen può sembrare una scelta azzardata per un brand come Burger King ma se i numeri e la crescita dell’app resteranno questi probabilmente potrà solo rafforzare la presenza di Burger King sui canali digitali. E chissà che tanti altri brand, piccoli e grandi, non seguano a breve questo esempio.

Quale sarà il futuro di Clubhouse: il nostro pensiero

Clubhouse, stando anche i dati di crescita, è un social destinato a diventare globale nel giro di un anno (o forse anche meno) soprattutto appena l’app sarà “open” e disponibile anche per Android. Ma a livello di utilizzo non sarà semplicemente una app social che mette in contatto le persone (al pari di Facebook o Instagram) ma qualcosa di completamente diverso. Clubhouse, basata esclusivamente sull’utilizzo della voce, è probabilmente destinata a diventare la radio del futuro, un luogo dove si potrà scegliere il programma preferito, ascoltare e in più interagire in maniera attiva esponendo il proprio pensiero. 

Anche a livello di comunicazione Clubhouse potrebbe diventare per i brand un canale diretto con i propri clienti, un luogo virtuale dove fare customer care parlando con il pubblico, ascoltando il loro pensiero e rispondendo in maniera immediata. Insomma, Clubhouse è appena nata ed è già pronta a cambiare il modo di comunicare sia delle persone che dei brand. Chi lo avrebbe mai pensato che un social “solo voce” potesse essere così potente? Eppure Paul Davison e Rohan Seth non si sono inventati niente, dato che prima della diffusione dei libri, è stato proprio il racconto orale il mezzo per tramandare secoli di storia, informazione e cultura. A volte sono proprio le idee più semplici ad essere anche le più forti.